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1985 - PIER VIRGILIO DASTOLI - Direttore Rappresentanza della Commissione europea in Italia
A metà degli anni '80 la Comunità europea vive un periodo di grande intensità, di grandi dibattiti, di grandi iniziative e anche di passi in avanti considerevoli. Sotto la spinta del progetto di Spinelli, sotto la spinta del Parlamento europeo, la Comunità europea decide finalmente di avviare e portare a compimento quell'obiettivo che era stato indicato dai padri fondatori dei Trattati di Roma, che è quello di creare una grande area di libero scambio, all'interno della quale potessero circolare liberamente le persone, i beni, i servizi e i capitali. Per realizzare questo progetto, che non era stato possibile realizzare negli anni precedenti, arriva alla testa della Commissione europea un francese. La Comunità europea era già nata grazie alle idee di un altro grande francese che era Jean Monnet, arriva alla testa della Commissione europea un altro francese, Jacques Delors. Un uomo direi legato all'amministrazione, non un politico, un tecnico, un esperto, però un uomo dotato di grandi visioni, e soprattutto con una caratteristica tipica dei francesi, e cioè con la capacità di strutturare un pensiero dotato di grande logicità e di grande coerenza. Quando Delors arriva alla testa della Commissione europea capisce che l'unico modo di portare a compimento l'obiettivo della realizzazione di un mercato comune, di un mercato unico, è quello di agire sulla base di tre principi che in qualche modo hanno poi caratterizzato la storia della Comunità europea in tutti questi anni. Il primo è che bisogna elaborare un programma che abbia una sua coerenza. Il secondo è quello che bisogna fissare un calendario per la realizzazione di questo programma e il terzo è quello che questo programma può essere realizzato soltanto attraverso un metodo. Allora Delors capisce che per creare questa grande area all'interno della quale potessero circolare le persone, i beni, i servizi e i capitali, bisognava elaborare, appunto, un programma dotato di atti legislativi capaci di abbattere le frontiere. Bisognava fissare una scadenza, e la scadenza che fu fissata da Delors è stata quella del 1992, il primo gennaio del 1992. Il terzo elemento era quello di modificare il funzionamento delle istituzioni, là dove le istituzioni avevano dimostrato di non essere in grado di realizzare questo programma, e quindi realizzarle significava introdurre il voto a maggioranza nel Consiglio, significava rafforzare i poteri del Parlamento europeo e significava rafforzare il ruolo della Commissione. Tutto questo viene discusso, viene elaborato, viene negoziato nei primi anni della Presidenza Delors e trova poi la sua concretizzazione nell'Atto Unico Europeo, che viene poi approvato alla fine del 1985. Entra in vigore poi nel luglio del 1987, consentendo, entro il primo gennaio del 1992, la realizzazione del mercato unico, di questa grande area senza frontiere. Delors non si limita a questo, perché, appunto Delors era un uomo dotato di grande visione, ma capisce che il mercato è qualcosa che non può far innamorare, come diceva Delors stesso, i cittadini e le cittadine, e quindi accompagna alla realizzazione del mercato l'indicazione di progetti di grande azione di tipo economico, per consentire all'economia europea di svilupparsi in modo più competitivo rispetto alle altre aree del mondo, in particolare agli Stati Uniti e al Giappone. Però in qualche modo riprende una serie di attività, di programmi, di progetti, messi insieme dalle commissioni precedenti, realizzando anche una serie di opzioni importanti in altre aree dell'azione della Comunità: come per esempio la cultura, l'ambiente, le relazioni con i paesi terzi; come per esempio il Mediterraneo; o altra cosa importante, l'avvio di un dialogo tra le religioni e le culture, tema molto delicato e molto sensibile, per il quale oggi tutti noi sappiamo che il ruolo dell'Unione europea è essenziale, per creare un'area di libertà e di pace non soltanto sul continente europeo, ma anche con i paesi del Mediterraneo.
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