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LA TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI I - BENIAMINO CARAVITA - Professore Ordinario di "Diritto Pubblico", Università "La Sapienza", Roma
La tutela dei diritti fondamentali nell'Unione europea è il frutto di un lungo processo di trasformazione dei caratteri e dei valori complessivi che sono alla base dell'ordinamento giuridico comunitario. All'origine, la Comunità europea, istituita con il trattato di Roma del 1957, orientava la sua azione, le sue politiche, sostanzialmente e fondamentalmente ai fini della integrazione economica dei mercati dei 6 Stati membri. Era l'Europa dei mercati, o, come si diceva con una polemica politica, era l'Europa dei mercanti, come veniva accusata l'Europa, la costruzione europea di quegli anni. L'obiettivo principale del Trattato della Comunità Economica Europea era quello della costruzione di uno spazio comune di libero mercato, che andava realizzato attraverso la progressiva apertura delle frontiere degli Stati membri, con l'abbattimento delle barriere doganali e attraverso misure tese a garantire la libera concorrenza tra gli operatori economici, compresi nello spazio europeo, nello spazio comunitario. Il nucleo originario dei diritti garantiti dall'ordinamento comunitario ai cittadini degli Stati membri, consisteva allora nelle libertà di circolazione delle persone, dei capitali, delle merci e dei servizi, ma il limite di queste libertà di circolazione è che erano strumentali e finalizzate alla realizzazione del mercato comune, e quindi la loro tutela era limitata a quanto necessario alla realizzazione del mercato comune. Da quel momento in poi però si è assistito a un progressivo ampliamento dei settori di interesse dell'ordinamento giuridico comunitario, che, da ordinamento legato alla tutela e alla produzione del mercato, si è lentamente trasformato in ordinamento a fini generali, che contempla al suo interno una amplissima serie di politiche, fra cui le politiche per la sicurezza, per la difesa, per l'ambiente, per la coesione sociale; e che progressivamente ha inserito, nell'ambito delle sue finalità, anche la protezione dei diritti fondamentali della persona. Questo processo di ampliamento che si è svolto per tappe successive, ha visto un ruolo di particolare importanza svolto da parte della Corte di giustizia. La Corte, infatti, già dal finire degli anni '60, ha riconosciuto che i diritti fondamentali, quali risultano dalle tradizioni costituzionali comuni - questo è un termine che rimarrà sempre nell'ordinamento giuridico comunitario - fanno parte dei diritti i principi generali attraverso i quali la Corte esamina l'ordinamento giuridico comunitario e di cui la Corte garantisce l'osservanza. Il giudice comunitario si è quindi, con questa giurisprudenza, riservato di verificare il rispetto dei diritti fondamentali in tutte quelle discipline in cui rileva una documentazione comunitaria. È successo così progressivamente che diritti già tutelati nella Convenzione europea dei diritti dell'Uomo, ovvero, nelle carte costituzionali dei paesi membri - pensate per esempio alla proprietà privata, al diritto di difesa, al diritto di domicilio, alla libertà di espressione - hanno trovato progressivamente riconoscimento ad opera della giurisprudenza dei giudici di Lussemburgo. Particolare attenzione è stata sempre data al diritto alla tutela giurisdizionale. In questa giurisprudenza, che è una giurisprudenza degli anni '70-'80, la Corte ha tuttavia precisato che l'esercizio dei diritti fondamentali può essere oggetto di restrizioni in vista di obiettivi di interesse generale della comunità.
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