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LA POLITICA DELLA CONCORRENZA - MARIO MONTI - Presidente Università "Bocconi" Milano, già Commissario Europeo per la Concorrenza
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L'Unione europea, dal punto di vista economico, ha sviluppato l'Unione economica e monetaria: la parte monetaria è quella incarnata dall'Euro, la parte economica è quella incarnata dal grande Mercato Unico Europeo. Ma il Mercato Unico Europeo, che è la vita concreta dal punto di vista economico di ormai 25 Stati membri, non avrebbe molto senso se non fosse un mercato unico in condizioni di concorrenza. Infatti il mercato unico è stato creato perchè l'efficienza complessiva della produzione europea a vantaggio dei consumatori, in particolare, aumenta se possono essere fatte liberamente scelte di scambio e di produzione su questo grande mercato, che riguarda ormai 450 milioni di europei. Ma perchè questo avvenga, quindi perchè il grande mercato sia all'altezza delle promesse e contribuisca al benessere degli europei, occorre che ci siano condizioni di concorrenza. Per questa ragione, fin da quando l'Unione europea, anzi la Comunità europea, è nata con il Trattato di Roma del 1957, è stata prevista una politica della concorrenza. È stato stabilito nel Trattato che le imprese e gli Stati dovessero entrambe attenersi ai principi della concorrenza. In particolare questo significa per le imprese il divieto di stipulare tra loro accordi palesi o segreti, come i cartelli, cioè accordi di fissazione dei prezzi tra imprese che ledono alla concorrenza e nuocciono ai consumatori, tenendo in essere prezzi più alti di quelli che il libero gioco della concorrenza determinerebbe. E’ stato fatto anche divieto alle imprese, soprattutto quando sono grandi o grandissime, di abusare della loro eventuale posizione dominante; ed è anche stato stabilito successivamente che quando due o più imprese vogliono concentrarsi, fondersi, debbano ottenere la preventiva autorizzazione da parte dell'Unione europea. Ma anche per gli Stati sono state previste misure e cioè una disciplina degli aiuti, dei sussidi da parte degli Stati alle imprese, altrimenti con ogni Stato che sostiene finanziariamente le imprese è chiaro che la concorrenza nel grande mercato unico sarebbe distorta da questo fattore artificiale. L'autorità che ha il compito di sorvegliare perchè queste regole vengano rispettate è la Commissione europea, che ha all'interno un membro specificamente destinato a gestire la politica della concorrenza. Questa è la posizione che, nei cinque anni della Commissione Prodi è toccato a me di coprire: l’esercizio di questi poteri, che sono molto forti, è uno dei campi in cui la Commissione non ha solo la facoltà di proporre direttive, che poi il Parlamento e il Consiglio dovranno deliberare, ma anche il potere di intervento diretto sulle imprese, per esempio comminando multe anche molto rilevanti, se fanno dei cartelli o abusano della loro posizione dominante. L'anno scorso la Commissione ha imposto una multa di 497 milioni di
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