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1987/89 - PIER VIRGILIO DASTOLI - Direttore Rappresentanza della Commissione europea in Italia
L'Atto Unico Europeo, quel testo di cui abbiamo parlato nelle puntate precedenti, che consente per le misure di carattere legislativo e per la modifica del modo in cui il Consiglio, il Parlamento e la Commissione prendono decisioni, quel testo, dicevo, consente, in particolare, la realizzazione del grande mercato, all'interno del quale circolano liberamente i beni, i servizi, i capitali e le persone, entra in vigore nel luglio del 1987. Entra in vigore nel luglio del 1987, quindi questa Comunità che è composta ormai da 12 paesi, avendo aderito anche la Spagna e il Portogallo, entra in questa comunità, sulla scena della comunità, l'Atto Unico, consentendo appunto alla Comunità europea di farsi carico, in qualche modo, della necessità di una maggiore competitività dell'industria europea e del sistema economico europeo. Anche grazie al fatto che questo mercato è un mercato in cui la concorrenza spinge all'investimento, spinge le industrie, spinge l'economia non soltanto a rischiare, ma insomma a investire di più per la ricerca, per l'innovazione, per maggiori posti di lavoro. Ora, ci si è resi subito conto, quando è entrato in vigore l'Atto Unico, nel luglio del 1987, che si poteva parlare di Mercato Unico ma soltanto nella prospettiva di affiancare o accompagnare, o far seguire al Mercato Unico, la realizzazione di una Unione Economica e Monetaria. Unione Economica e Monetaria vuol dire un'esperienza che noi abbiamo vissuto in tutti i nostri Paesi, è possibile pensare a un mercato unico a condizione che all'interno di questo mercato circoli un'unica moneta. Quindi l'idea era un'idea più antica dell'Atto Unico, che risale alla fine degli anni '50, l'idea di porre come obiettivo della Comunità europea anche quello di darsi un'unica moneta. Quindi già pochi mesi dopo l'entrata in vigore dell'Atto Unico, prima i ministri del Tesoro, poi dei grandi personaggi, come per esempio Valery Giscard D'Estaing o Giulio Andreotti o altri personaggi di altri Paesi dell'Europa, lanciano l'idea di avviare un nuovo negoziato fra i Governi per realizzare l'Unione Economica e Monetaria. Questo negoziato che ha una natura di carattere sostanzialmente economico, ma con un obiettivo politico, si avvia in un periodo in cui cominciano a sentirsi dall'altra parte della cortina di ferro, cioè nei Paesi sottoposti all'imperialismo sovietico, cominciano a sentirsi in qualche modo gli elementi di qualche cosa che sta mutando. L'arrivo, per esempio, in Unione Sovietica di Mikhail Gorbaciov, i movimenti di lavoratori e culturali in Polonia, guidati dall'operaio Walesa, o le rivolte degli intellettuali nella Cecoslovacchia come Havel. Insomma da questi Paesi giungono in qualche modo dei messaggi forti ai paesi dell'Europa occidentale, di questi popoli che capiscono che è venuto anche il loro momento di entrare nella democrazia europea. Nel momento in cui i Governi decidono di mettere mano alla realizzazione dell'Unione Economica e Monetaria, in questo stesso momento si frantumano progressivamente le barriere che separano l'Europa occidentale dall'Europa orientale. Arriviamo a quel grande momento dell'estate e poi dell'autunno del 1989, quando migliaia di macchine di cittadini della Germania orientale passando attraverso l'Ungheria e l'Austria arrivano in Germania occidentale e quando, soprattutto, il 9 novembre del 1989, cade finalmente il muro di Berlino. Quindi con la caduta del muro di Berlino e quelle che si chiamano le rivoluzioni di velluto dei paesi che erano sottoposti all'imperialismo sovietico inizia un'altra fase della storia dell'integrazione europea, all'interno della quale si capisce che bisogna accompagnare all'interno dell'Unione economica e monetaria anche la realizzazione di quell'Unione politica alla quale aveva pensato, per la quale aveva lavorato in anni precedenti, Altiero Spinelli. Quindi a Roma, cioè nella stessa città in cui nel 1957, erano stati firmati i Trattati di Roma, nel dicembre del 1990, si decide di avviare un negoziato fra i G
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