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1992/93 - PIER VIRGILIO DASTOLI - Direttore Rappresentanza della Commissione europea in Italia
Abbiamo ricordato, nelle puntate precedenti, che vengono avviati a Roma due processi paralleli che poi si incontrano. Una volta si parlava in Italia delle "Convergenze parallele", due processi paralleli che si incontrano, uno è relativo all'Unione Economica e Monetaria, il cui obiettivo ultimo è quello della creazione della moneta unica e il secondo è quello della unità politica, legata evidentemente al fatto che cadono le barriere con i Paesi dell'est, nella prospettiva dell'unificazione del continente. Inizia quindi a Roma un negoziato, non facile, sotto la Presidenza italiana, nel dicembre del 1990, negoziato che si conclude un anno dopo a Maastricht, città dell'Olanda. In questa città, appunto, i 12 Capi di Stato e di Governo giungono a un accordo su un Trattato, che si chiama il Trattato di Maastricht e che è caratterizzato da 3 cose importanti. La prima cosa è che il Trattato istituisce l'Unione europea. Noi abbiamo detto, nelle puntate precedenti, che il Parlamento europeo, sotto la spinta di Spinelli, aveva proposto di trasformare le relazioni fra i Paesi membri della comunità in una "Unione europea", alcuni anni dopo il progetto Spinelli, i Capi di Stato e di Governo decidono di dar vita all'Unione europea. Il secondo elemento importante del Trattato di Maastricht è quello che si crea la figura della cittadinanza europea, del cittadino europeo dotato di una serie di diritti, come, per esempio, il diritto di voto nelle elezioni comunali o nelle elezioni europee, o alcuni diritti legati all'appartenenza a una comune civiltà. Il terzo elemento, che è anch'esso importante, è quello relativo alla creazione della politica estera e della sicurezza comune, cioè quella di rafforzare, in qualche modo la possibilità per l'Europa di affermarsi con una propria voce a livello mondiale. Il Trattato di Maastricht viene firmato alla fine del 1991 e poi viene sottoposto alle ratifiche nazionali e inizia, in questo momento, una di quelle fasi difficili nella storia dell'integrazione europea, quando il fatto di chiedere ai cittadini di dare il loro accordo all'avanzamento dell'Unione europea, verso destini e verso obiettivi qualche volta poco spiegati all'opinione pubblica, provoca in alcuni Paesi, in alcuni popoli delle reazioni di incertezza, anche delle reazioni di paura. Questo avviene in Francia, quando con il referendum per il Trattato di Maastricht per poche decine di migliaia di voti la maggioranza dei cittadini francesi dà il suo accordo a questo Trattato e soprattutto in Danimarca, dove i cittadini danesi devono andare al voto due volte per consentire al Trattato di Maastricht di entrare poi finalmente in vigore nel 1993. L'elemento fondamentale di carattere economico del Trattato di Maastricht è, come ho detto prima, la realizzazione dell'Unione Economica e Monetaria, con, in particolare, la creazione della moneta unica. Vale la pena di ricordare due protagonisti italiani di questo processo di unificazione monetaria. Uno è l'allora Ministro del tesoro Guido Carli, che era stato Governatore della Banca d'Italia, una parte importante delle regole che concernono gli elementi essenziali dell'Unione Economica Monetaria è dovuta alla penna e alle idee di Guido Carli, e il secondo è Tommaso Padoa Schioppa, membro del Board della Banca Centrale Europea, che è stato uno dei redattori di quella parte del Trattato che riguarda l'Unione Economica e Monetaria. Anche in quest'occasione gli italiani hanno contribuito a un avanzamento del processo di integrazione europea con idee, con ambizioni, con una visione, quindi nell'interesse dell'Unione europea nel suo insieme.
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