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1998/1999 – LA REVISIONE DEI TRATTATI - ROMANO PRODI - già Presidente della Commissione europea
La sfida di trovare un’anima comune per l’Europa era la sfida più difficile, ma anche più affascinante che noi avevamo di fronte. Non era facile, date, appunto, le divisioni fra coloro che volevano un’Europa “minimalista” e coloro che invece volevano un’Europa più profonda, trovare una via di equilibrio. Ma l’idea della costituzione della quale si parlava direi in un modo sussurrato, ma ancora non poteva entrare nel dibattito, venne fuori quando al vertice di Nizza ci si accorse che procedere con i metodi di decisione che avevamo ricevuto dalla storia, dal passato, in un’Europa nuova, così complessa era assolutamente impossibile. Nella notte di Nizza lo scontro fra i diversi paesi si protrasse in ore e ore di discussione, in cui si cercava di misurare col bilancino la forza e l’influenza dell’uno e dell’altro, lasciando tensioni, lasciano veramente anche una serie di problemi del tutto insolubili. Avevano fatto capire che così non si poteva andare avanti. E fu lì che fu proposto dalla Commissione e cominciai lì, con un sistema forse un po’ timido, ma che era l’unico da poter usare, di buttare avanti dei problemi e poi inseguirli, che si cominciò a proporre l’idea di una “Convenzione”, cioè di avere un’assemblea che discutesse e proponesse una nuova convenzione. Una convenzione formata da chi, evidentemente da coloro che rappresentavano l’Europa, l’Europa democratica. Quindi il Parlamento europeo, i parlamenti nazionali, i rappresentanti degli stati membri, i rappresentanti della Commissione e tutto questo venne trasferito in una grande assemblea chiamata appunto “la Convenzione europea”, che ha discusso per 18 mesi, in modo assolutamente democratico, l’idea della nuova costituzione, in cui vi erano veramente le radici di una nuova Europa. Naturalmente il quadro politico così complesso, la diversa idea dell’Europa che viene dai diversi paesi ha fatto sì che il progetto di costituzione fosse soprattutto un compromesso. Un compromesso serio, forte, in cui la prima e la seconda parte riguardavano gli aspetti generali e i principi fondamentali dell’Unione, la terza, procedure, tecniche e obiettivi particolari. E’ stato un processo faticoso, con però una serie di dibattiti che rileggendoli dopo anni, anche se dopo pochi anni, danno già il senso della forza del dibattito stesso, in senso che i rappresentanti dei popoli e dei governi cercavano veramente qualcosa di nuovo e qualcosa di forte. E certamente, come dicevo il testo è stato un compromesso che ha lasciato scontenti gli uni e gli altri. Uno delle motivi per cui il referendum francese ha bocciato la costituzione e poi quello olandese è stato probabilmente il fatto che è stato bocciato questo progetto da coloro che volevano più Europa e da coloro che volevano meno Europa. Quindi che questo grande capitolo della futura evoluzione europea va ripensato. Va ripensato alla base, cercando di trovare dei nuovi obiettivi che possano riunire il popolo europeo e dargli veramente quell’anima, quello spirito, quella comunione di intenti che noi dobbiamo avere perché l’Europa sia un protagonista forte del nuovo mondo.
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