Il Consiglio dell’Unione Europea è uno degli organi fondamentali della costruzione comunitaria ed è fondamentale per il processo decisionale della stessa. Il Consiglio ha una funzione di carattere legislativo, ma anche di carattere esecutivo. Di carattere legislativo per quanto riguarda tutta la normativa soprattutto attinente al mercato interno all’Unione Europea, di carattere di coordinamento e di esecutivo per quanto riguarda attività attinenti soprattutto al cosiddetto “secondo pilastro”, ovverosia la politica estera e di sicurezza comune, e anche al “terzo pilastro”, la politica di giustizia e affari interni. Il Consiglio è formato da un rappresentante per ogni Stato membro:, attualmente siedono in Consiglio 25 paesi, anzi dal primo maggio ne siedono 27 perché Romania e Bulgaria, avendo firmato il Trattato di adesione, possono stare nel Consiglio come osservatori e, nel 2007, saranno membri a pieno titolo. Il Consiglio siede in diverse formazioni, abbiamo il Consiglio per l’Agricoltura - un Consiglio molto importante perché gestisce il 50% circa del bilancio comunitario -; abbiamo il Consiglio dell’Industria, che si occupa degli affari industriali dell’Unione Europea; il Consiglio per l’Energia, il Consiglio per le Telecomunicazioni, il Consiglio per gli Affari Economici e Finanziari, quel Consiglio che voi spesso sentite nominare, il Consiglio ECOFIN, che decide il rispetto dei parametri di Maastricht, ovverosia, il rispetto del 3%, rapporto Deficit PIL e 60%, rapporto Debito Pubblico PIL. Tutti questi numerosi Consigli sono coordinati dal Consiglio Affari Generali che dà coerenza a tutte le attività e che prepara poi le decisioni per l’organo superiore che è il Consiglio europeo. Le decisioni del Consiglio sono preparate da un organismo diplomatico, il Comitato dei Rappresentanti permanenti, nel quale siedono gli ambasciatori rappresentanti dei singoli Stati membri e che sono chiamati a facilitare le azioni del Consiglio, perché voi potete immaginare che sono numerosissime le norme che vengono discusse nell’ambito del Consiglio e quindi sarebbe impossibile per il Consiglio prendere le delle decisioni se non ci fosse stata a monte una preparazione adeguata da parte del Comitato dei Rappresentanti permanenti. Ma come vota il Consiglio dei Ministri? Il Consiglio dei Ministri vota in alcuni casi all’unanimità solo per le materie più delicate, per esempio in materia di politica estera e di sicurezza, dove si tocca il cuore della sovranità dello Stato. Anche in materia di giustizia e affari interni si vota all’unanimità, però in moltissime materie, le cosiddette materie del primo pilastro, quelle attinenti all’agricoltura, quelle attinenti alla politica commerciale comune, quelle attinenti al grande mercato interno, si vota a maggioranza qualificata. Fin ora la maggioranza qualificata è una maggioranza ponderata, cioè ogni paese membro ha la ponderazione del suo voto. Fino al Trattato di Nizza, gli stati più grandi avevano 10 voti, adesso, con il trattato di Nizza i paesi più grandi ne hanno 29, ne ha 27 la Spagna, poi 14 Romania, Bulgaria, eccetera. Una decisione è assunta allorquando si raggiunge il 71-72% dei voti in ambito del Consiglio. Il che vuol dire che con 90 voti si può bloccare una determinata decisione, ciò vuol dire che tre Stati grandi più uno Stato piccolo possono bloccare una decisione. Come vedete è un sistema molto complesso e difficile a capire per il cittadino, ed è per questo che il Trattato costituzionale ha introdotto delle modifiche, di cui parleremo successivamente, e soprattutto ha introdotto il sistema della “doppia maggioranza”, un sistema che semplifica la metodologia di decisione che lascia capire al cittadino esattamente dove si colloca la legittimità democratica.
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