Certamente l'Europa si trova davanti a un'altra grande sfida, la sfida di una politica europea dell'immigrazione. Anche qui come in altri settori, come quando parliamo di sicurezza di armonizzazione delle regole giuridiche, dobbiamo pensare che solamente l'Europa, in quanto tale, come politica coesa di 25 paesi, può, in modo vincente, affrontare questa sfida di un'immigrazione legale e illegale, che altrimenti non si potrebbe sicuramente fronteggiare. Chi può pensare che il traffico di disperati che arrivano dal Sud, dall'Africa, dall'Africa Sub-Sahariana, che rischiano la vita e spesso la perdono, nel Mediterraneo, o magari anche prima, nel deserto libico, per arrivare verso l'Europa, che questi si possano fermare con strumenti militari, con strumenti solamente repressivi? La stessa cosa vale per il traffico di disperati che vengono dall'Est, più legato in quella dimensione alla criminalità organizzata, al grande traffico, al grande commercio della droga e degli esseri umani, ma certamente nell'una e nell'altra direzione, l'Europa deve intervenire. Lo stiamo facendo, presenteremo entro la fine dell'anno un documento europeo sull'immigrazione economica, per dire con grande chiarezza che coloro che rispettano le nostre leggi, coloro che vogliono lavorare onestamente nei paesi europei, noi li dobbiamo accogliere, li dobbiamo integrare nello spirito di solidarietà su cui l'Europa è nata, su cui l'Europa si basa; ma che nello stesso tempo dobbiamo avere la mano ferma, rigorosa nei confronti di quelli che trafficano negli esseri umani, che si fanno pagare da poveri disperati per accompagnarli verso le coste della Sicilia o della Spagna e che poi li abbandonano magari a morire in mare. La lotta al traffico degli esseri umani deve essere fatta con grande severità, con grande cooperazione, con un pattugliamento del Mediterraneo congiunto che coinvolga molti paesi membri e che coinvolga l'Europa. La nuova Agenzia europea per il controllo delle frontiere, l'abbiamo costituita a fine giugno, diventerà operativa e sta diventando operativa entro poche settimane, sarà il motore propulsore di un'azione europea integrata per sconfiggere questa immigrazione illegale che purtroppo cresce. E dobbiamo purtroppo chiedere assolutamente e rigorosamente il rispetto di alcuni standard minimi, a cui noi europei non possiamo rinunciare: il pieno rispetto della dignità di ogni individuo, anche un individuo che tenta di entrare illegalmente e che deve quindi essere riaccompagnato nel suo paese, questo si deve fare rispettando l'umanità e la dignità di quella persona. Noi non possiamo avere cedimenti in questo perché rinunceremmo ai nostri valori. Ma nello stesso tempo dobbiamo dire con assoluta chiarezza che l'Europa non può aprire le porte in modo indiscriminato a coloro che violano le nostre leggi, a coloro che non condividono il principio che la vita dell'uomo è sacra, a coloro che vengono in Europa per tramare, per creare cellule legate al fondamentalismo e al terrorismo, tutto questo noi non lo possiamo consentire. Ed ecco perché continueremo a lavorare insieme, continueremo a lavorare insieme come Europa, perché vi siano procedure di rimpatrio comune che tutti i paesi insieme promuovono e realizzano nel rispetto delle persone umane e perché vi sia uno scambio di informazione affinché se un sospetto terrorista si confonde in mezzo ad una barca di clandestini sia individuato, ma perché se arrivano dei clandestini, sulle coste di Malta o sulle coste della Sicilia, siano in primo luogo accolti, raccolti, curati e poi rimpatriati. Lo faremo con un grande programma di cooperazione con i paesi terzi, paesi di origine e paesi di transito, come per esempio la Libia, a cui offriremo aiuti economici, ma li offriremo in cambio di diritti, in cambio di una collaborazione più forte per prevenire e contrastare questa piaga del traffico degli esseri umani che tocca così profondamente i nostri valori.
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