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LA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA - FILIPPO MARIA PANDOLFI - già Vice Presidente della Commissione Europea
Tra i grandi temi che caratterizzano la storia e la realtà della Unione europa o del processo di integrazione europea, certamente uno dei più importanti, che merita di essere esplorato, è il tema di una politica estera e di sicurezza comune per le istituzioni. C'è una prima domanda da porci: quando la Comunità europea si dota di una politica estera? La risposta è semplice: tardi. Per tutti i primi decenni dell'integrazione europea, non esiste praticamente una politica estera comune. Dopo il fallimento della CED. nel 1954, dopo cioè l'abbandono delle grandi aspirazioni che precorrevano i tempi, ma evidentemente si scontravano con una realtà ancora non matura, si instaura un primo pallido elemento di concertazione di politica estera, agli inizi degli anni '70, dopo il rapporto Davignon e la cosiddetta cooperazione politica, che verrà poi sanzionata dall'Atto Unico Europeo nel 1985. Ma siamo ancora sempre al di fuori di una vera sfera di potere per il soggetto istituzionale europeo. Bisogna attendere la grande svolta del 1989-1990. Una svolta che ha cambiato radicalmente il corso del mondo e il corso dell'Europa, una svolta avvenuta pacificamente, altro grande prodigio della storia, in un certo senso la irruzione della discontinuità nel processo di integrazione europea. La Comunità Economica Europea si confronta per la prima volta con delle grandi questioni che sono certamente delle questioni di politica estera. Mi riferisco al problema dell'unificazione tedesca, mi riferisco al problema del rapporto con le nuove democrazie che si vanno costituendo nella parte centro-orientale dell'Europa. Il muro di Berlino cade il 9 di novembre del 1989, subito dopo cominciano colloqui per esaminare la nuova situazione, già si profilava una conferenza intergovernativa per un nuovo Trattato, ma quello relativo però all'Unione Economica e Monetaria, ebbene il 18 aprile del 1990, quindi a pochi mesi dalla caduta del muro, Mitterand e Kohl scrivono una lettera a firma congiunta al Presidente europeo in carica, il Primo Ministro irlandese, in cui chiedono che si aprano due conferenze intergovernative. La prima, quella per l'Unione Economica e Monetaria, già prevista, la seconda, del tutto inedita, per gli aspetti politici dell'integrazione con un riferimento specifico all'instaurazione di una politica estera di sicurezza comune. A Roma alla fine del 1990 si aprono le due conferenze intergovernative, si arriva al Trattato di Maastricht, firmato nel febbraio del 1992, e entrato in vigore il primo novembre del 1993. Il Trattato di Maastricht è il trattato che sancisce la nascita dei questa PESC: Politica Estera di Sicurezza Comune. Vogliamo vedere la formula? La formula adottata da Maastricht è una formula abbastanza ingegnosa, anche per superare le difficoltà che allora erano molto forti. È la formula di un'Unione europea basata su 3 pilastri e sormontati, i pilastri, da un frontone unico, cioè da istituzioni comuni. Il primo pilastro è quello della Comunità Economica Europea, sia pure, diciamo, rivisto e ulteriormente allargato. È il pilastro che sarà poi consegnato al Trattato sulla Comunità europea, che è l'evoluzione del trattato CEE di Roma del 1957. Poi c'è il Trattato sull'Unione europea coi tre pilastri. Il secondo di questi pilastri, si chiama esattamente: politica estera e sicurezza comune; mentre il terzo riguarda la cooperazione in materia di giustizia e di affari interni e avrà, a sua volta le sue evoluzioni successive. Ma guardiamo rapidissimamente le caratteristiche della politica estera di sicurezza comune. Intanto bisogna dire che sarà il Trattato di Amsterdam, che entrerà in vigore nel '99, a migliorare la formulazione ancora timida, in qualche maniera impacciata, del Trattato di Maastricht del 1993. Intanto c'è un duplice campo: politica estera e politica di sicurezza e di difesa e poi c'è un apparato istituzionale completato dal Trattato di Amsterdam, la figura del Segretario generale del consiglio, che è anche Alto rappresentante
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