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GLI ALLARGAMENTI FUTURI - FILIPPO MARIA PANDOLFI - già Vice Presidente della Commissione Europea
Sempre a proposito del ruolo internazionale dell'Unione europea, una questione che è presente alla coscienza collettiva e anche alle decisioni dei responsabili politici è la questione dei futuri allargamenti. Siamo un 'Europa a 25, siamo 485 milioni di abitanti, siamo oramai una grande identità a livello mondiale, ma sembra che il processo non sia finito, anzi, credo che non sia finito in ogni caso. Vogliamo vedere quali sono le prospettive dei futuri allargamenti, anche esaminati sotto l'angolo visuale della presenza internazionale dell'Unione europea? Cominciamo dalla tappa più vicina: 2007, salvo inconvenienti dell'ultima ora, Romania e Bulgaria. Romania e Bulgaria porteranno l'Unione europea da 25 a 27, nel 2007, salvo difficoltà dell'ultima ora. Ma poi passiamo subito al secondo caso, è quello di un negoziato formalmente aperto, con la Turchia. È stata una decisione sofferta, ma alla fine del 2004 l'Unione europea ha deciso di iniziare i negoziati per una futura adesione all'Unione europea, ma questa volta scegliendo come unità di misura temporale un periodo addirittura decennale. Questo evidentemente per una serie di problemi che vale la pena qui di ricordare in maniera sommaria. Ci sono problemi aperti, anzitutto per quanto riguarda la stessa dimensione geografica dell'Europa. Per molti c'è qualche difficoltà anche dal punto di vista dei confini esterni dell'Unione. Ma poi ci sono anche dei problemi di carattere demografico, perchè la Turchia, anche con l'andamento demografico suo attuale, tenderà a diventare il più popoloso paese tra tutti i paesi dell'Unione. Poi ci sono problemi di assimilazione reale o di assimilazione percepita, che sono anche quelli particolarmente insidiosi in una fase geopolitica come quella che stiamo vivendo. Mi riferisco in modo particolare alle questioni dell'Islam. Certo, la Turchia avrebbe un enorme vantaggio, è Islam moderato, ma vogliamo anche dire che non soltanto c'è un Islam moderato e questo è estremamente importante in una fase come quella che si è aperta nel mondo, ma, aggiungiamo, l'Unione europea assumerebbe piena coscienza della sua responsabilità geopopolitica mondiale. Perchè un'Unione europea che comprendesse la Turchia confinerebbe con Iran, Iraq e Siria e, a questo punto, diventerebbe difficile per noi sottrarci a questa responsabilità mondiale. La questione però è ancora molto aperta, ma guardiamo invece a una prospettiva che, in qualche maniera, è obbligata per noi e passiamo vedere gli allargamenti futuri dal lato dei Balcani occidentali. Qui non è più questione di probabilità e di possibilità, qui è una questione di obbligo politico per l'Unione europea, di estendersi a questi paesi. Questi paesi sono la Croazia, la Serbia-Montenegro, la Bosnia Erzegovina, la Macedonia, e l'Albania. Non è possibile che l'Unione europea come soggetto geopolitico continentale consenta che questi paesi a due passi dalle nostre frontiere siano ancora soggetti a crisi ricorrenti e a una instabilità che, in qualche maniera, si può considerare cronica. Si parla di balcanizzazione addirittura come patologia del sistema internazionale. Qual è la strada per questi paesi? La strada per questi paesi passa da una formula specifica che l'Unione europea ha solennemente adottato con il Consiglio europeo di Salonicco, nel giugno del 2003. È la cosiddetta agenda di Salonicco. C'è una strada preliminare in questo caso, una forma istituzionalizzata di pre-adesione, più o meno lunga a seconda dei diversi paesi ed è la formula del "Patto di Stabilità e di Associazione". Questi paesi dovranno passare tutti di lì. Alcuni paesi sono già molto più avanti, tipo la Croazia, per altri ci sono ancora dei problemi estremamente difficili, pensiamo alla Bosnia Erzegovina, ma pensiamo alla Serbia e al Montenegro, con l'enclave del Kosovo che rappresenta ancora uno dei punti più critici della situazione balcanica. C'è chi propone che il Kosovo diventi la sesta repubblica autonoma e indipendente dei Balcani, ma questi son
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