La capitale della Spagna è Madrid, la sua superficie si estende per 504.782 chilometri quadrati, la popolazione conta 40.409.330 abitanti, il PIL è di 741, 2 miliardi di euro. L'inflazione è del 3%, il tasso di disoccupazione è pari al 10,7%, il deficit è -1,1% e il suo debito pubblico è pari al 48,2%. Dopo la quarantennale fase del regime autoritario franchista, durata dal 1936 al 1975, e il periodo che ha organizzato la transizione democratica, la Spagna, dal 1978, è una monarchia democratica. La costituzione del 1978 ha definito la Spagna uno stato di diritto democratico e sociale caratterizzato, come principi fondamentali a cui si ispira l'azione dei poteri pubblici, dalla libertà, dalla giustizia, dall'uguaglianza e dal pluralismo politico. La Spagna è caratterizzata da un'ampia autonomia, in ragione degli amplissimi poteri che sono riconosciuti alle 17 comunità autonome, che caratterizzano il sistema politico spagnolo insieme alle 2 città autonome di Ceuta e Melilla. La Spagna è retta da una forma di governo monarchico-parlamentare. La combinazione dell'istituto monarchico con un efficiente sistema parlamentare, ha dato vita ad un modello istituzionale che si caratterizza, come lineamenti essenziali, con il rafforzamento della figura del Presidente del Consiglio, da un lato, e con un monarca che invece è privo di qualsiasi responsabilità politica. È il Primo Ministro che decide sulla designazione, la cessazione dei membri del Governo, che rimangono pienamente responsabili nei suoi confronti, ferma rimanendo la responsabilità politica collegiale dell'intero governo nei confronti del Congresso. L'attuale primo ministro è Josè Rodriguez Zapatero, leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo. Il Capo dello Stato, il re Juan Carlos di Borbone, in qualità di rappresentante dell'unità nazionale, svolge una funzione rappresentativa ed arbitrale, non partecipando, invece, attivamente alla determinazione dell'indirizzo politico statale. Il Parlamento spagnolo è composto di 2 camere: il Congresso dei Deputati, composto da 350 membri, eletti in circoscrizioni provinciali con un sistema proporzionale corretto che prevede una clausola di sbarramento al 3%. Vale a dire: i partiti che non raggiungono almeno il 3% dei voti non possono entrare ad essere rappresentati nel Congresso. Il ruolo svolto dalla Camera nel procedimento legislativo è nettamente prevalente rispetto al ruolo svolto dal Senato, per altro è solo il Congresso che attribuisce la fiducia al governo. Il Senato viene eletto invece con un sistema maggioritario, in circoscrizioni provinciali, e una parte dei suoi membri, 50, eletto dalle assemblee legislative delle Comunità Autonome; complessivamente i senatori sono 259, in Spagna. Il sistema partitico spagnolo si caratterizza per la presenza di due grandi partiti politici a livello nazionale: il Partito Socialista Operaio Spagnolo, il PSOE, e il Partito Popolare, il PP, che dal ritorno alla democrazia in Spagna si sono alternati in forma ciclica al governo. A questi due grandi partiti vanno aggiunti, oltre al Partito Comunista, che è andato progressivamente perdendo di importanza nel sistema politico spagnolo, si sono aggiunti un importante numero di partiti regionalisti e nazionalisti, fortemente radicati nei territori e ampiamente rappresentati sia nelle comunità autonome, sia, in alcuni casi, anche a livello nazionale. Esemplare di questa situazione è Convergenza y Union, il partito catalano, cha ha lungamente governato la comunità autonoma della Catalogna ed è spesso stato cruciale nella formazione delle maggioranze di governo, a livello nazionale. Le ultime elezioni legislative spagnole si sono svolte il 14 marzo 2004 e hanno segnato la fine di 8 anni di Governo del partito popolare e la vittoria del Partito Socialista Operaio Spagnolo, che ha conquistato la maggioranza relativa dei seggi al congresso dei deputati, 168. La Spagna è entrata a far parte dell'Unione europea il primo gennaio del 1986, con l'entrata in
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