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DANIMARCA
La capitale della Danimarca è Copenaghen, la sua superficie è di 43.094 chilometri quadrati, la popolazione conta 5.368.377 abitanti, il PIL è di 189,4 miliardi di Euro. Il tasso di disoccupazione è pari al 5,8%, l'inflazione è dell'1,2%, il deficit è di un +0,9% con un bilancio in avanzo, il debito pubblico è pari al 43,4%.
La Danimarca è una monarchia costituzionale, è uno stato unitario che però riconosce un forte decentramento alla Groenlandia e alle isole Far Øer, che fanno parte dello Stato danese. Il Capo dello Stato è attualmente la regina Margaret II. La forma di governo della Danimarca è di tipo parlamentare, in base ai risultati elettorali è il re, o la regina, che nomina il Capo del Governo che a sua volta nomina gli altri Ministri. Il Governo deve poi ottenere, secondo lo schema dei regimi parlamentari, la fiducia del Parlamento che in Danimarca è monocamerale, composto da 179 membri, due dei quali eletti rispettivamente in Groenlandia e alle isole Far Øer. Il Parlamento dura in carica 4 anni e viene eletto con un sistema elettorale di tipo proporzionale. Le ultime elezioni legislative si sono svolte in Danimarca nel novembre 2001 e hanno decretato la vittoria di un Governo di centro destra, guidato da Anders Fogh Rasmussen, che è sostenuto da una coalizione tra il partito liberale e il partito conservatore, coalizione che ha posto fine al tradizionale predominio del partito socialdemocratico che era stato al Governo in Danimarca da oltre cinquant'anni. Il panorama politico è poi completato da alcuni partiti minori, a sinistra i socialisti e i social liberali, la destra nazionalista è rappresentata invece dal partito del popolo danese.
La Danimarca ha aderito all'Unione europea, allora Comunità economica europea, nel 1973, insieme all'Irlanda e alla Gran Bretagna, ma non fa parte dell'area dell’Euro. Il referendum sull'entrata nell'Euro, infatti, tenutosi nel settembre del 2000, ha avuto un esito negativo con il 53% dei “no”. Il referendum sulla ratifica del trattato costituzionale europeo è stato sospeso a seguito del risultato negativo che i referendum avevano avuto in Francia e nei Paesi Bassi. Il numero dei parlamentari europei spettanti alla Danimarca è sceso, dopo l'allargamento, da 16 a 14. Le elezioni europee si sono tenute il 12 giugno del 2004, l'affluenza alle urne è stata sufficientemente alta, collocandosi al 47,8%, degli elettori, leggermente al di sotto delle ultime elezioni, ma al di sopra della media registrata nell'Unione che era del 45,5%. La maggioranza relativa dei voti nell'occasione delle elezioni europei è andata al partito socialdemocratico che ha una impostazione tendenzialmente “euroscettica”, che ha ottenuto 5 dei 14 seggi e suoi parlamentari sono entrati a far parte gruppo dei socialisti europei. Seconda forza elettorale, ma in flessione rispetto al 1999, sono stati i liberali del premier Rasmussen, che hanno ottenuto 3 seggi che sono confluiti nell'alleanza dei liberali e dei democratici. Sempre nell'alleanza dei liberali e dei democratici è entrato il deputato europeo, ottenuto dai socio-liberali. L'altro partito di governo, i conservatori, ha ottenuto un solo seggio, un seggio ai socialisti, due seggi sono andati ai movimenti “euroscettici” rispettivamente di destra e di sinistra. Il membro danese in seno alla Commissione europea, presieduta da Barroso, è Mariann Fischer Boel, responsabile per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.
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